Tra le pagine del fantastico

Tra immaginazione, soprannaturale e fantasia: sei mesi di letture con Vento da Est

Il Gruppo di Lettura Vento da Est, dedicato ad adulti che vogliono leggere libri e letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, ha compiuto un anno, e ha concluso la sua terza stagione di letture. Il periodo da gennaio a giugno è stato dedicato a libri che, in modi diversi, celebravano tra le loro pagine il fantastico.

In questo articolo parliamo di:

  • Pomi d’ottone e manici di scopa, di Mary Norton, Salani (letto in gennaio)
  • Il GGG, di Roald Dahl, Salani (letto in febbraio)
  • Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra, di Roald Dahl, Guanda (letto in febbraio)
  • L’isola del tempo perso, di Silvana Gandolfi, Salani (letto in marzo)
  • La Sirenetta, di Hans Christian Andersen, versione integrale originale (letto in aprile)
  • L’inventore di sogni, di Ian McEwan, Einaudi (letto in maggio)
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Elementi e personaggi magici, dunque. Ma anche realtà che si trasformano, immaginazione che prende il sopravvento, domande che si aprono come ante di un armadio e che rivelano un mondo tutt’altro che prevedibile.

Ecco di seguito una sintesi delle nostre esperienze di lettura: ben consapevoli che stiamo cercando di raccontare cinque - anzi, sei! - titoli coi fiocchi in poche righe, ci affidiamo a Miss Price, uno dei primi personaggi che abbiamo incontrato, pregandola di aiutarci a condensare tutto in una pozione unica … e sperando di riuscire nell’intento!

Miss Price è una strega, ancora poco pratica, vero, ma pur sempre una strega. È lei, in Pomi d’ottone e manici di scopa - sì, anche per noi ha la faccia di Angela Lansbury, anche se il libro e il film non hanno molto in comune - che ci ha aperto le porte di questo viaggio nel fantastico. La magia di Miss Price è un concetto indissolubilmente legato all’infanzia, tant’è che attecchisce in modo diverso per i tre bambini che la incontrano - Carey, Charles e Paul - e lei stessa è la prima a esserne ammaliata e spaventata. Occorre essere bambini per credere nella sua magia. Anzi, riformuliamo con un punto interrogativo: occorre essere bambini per credere nella sua magia? La magia ha delle regole e su di esse si gioca l’intero impianto narrativo: Miss Price chiede una promessa ai bambini, in cambio del pomo magico, e sarà tale patto - e la fiducia nei loro confronti! - a colmare una solitudine fatta di abbandono e di guerra, che mai vengono esplicitate, ma che all’occhio di un lettore adulto compaiono come scenografia forte e chiara. In Pomi d’ottone e manici di scopa una lucente ironia va a braccetto con una sottile inquietudine, che culmina nei capitoli finali, dove un grande problema viene risolto con un notevole colpo di scena, ma non prima di averci fatto palpitare un bel po’. Un romanzo a molti strati, quindi, con temi che potremmo definire filosofici(cosa può la magia nell’intreccio di passato, presente e futuro? E nella magia, e quindi nella sete di “altrove”, può esserci moderazione?)e con un personaggio centrale complesso, multisfaccettato, che a qualcuna di noi ha ricordato Mary Poppins, anche nelle sensazioni che evoca.

Sembra quasi che sfogliando il libro di Mary Norton il fantastico rimanga appiccicato addosso, come polvere d’oro sui polpastrelli: chi altro lo ha letto, che ne dice?

A gamba tesa e senza buone maniere di riserva - che certo non si addicono a questo autore - Miss Price cede il passo al GGG e alla piccola Sofia accovacciata su di lui, mentre incedono con grandi falcate tra sogni e realtà, per salvare i bambini da morte certa.

Di fantastico ne abbiamo a bizzeffe in questo libro, ma è molto diverso da quello che abbiamo incontrato grazie a Miss Price: qui l’intreccio con la realtà è a doppio giro, tanto da incontrare la Regina d’Inghilterra in persona.

È il primo libro di Roald Dahl che arriva in Italia, con un’opera di traduzione unica (a cura di Donatella Ziliotto): il vocabolario del Gigante è qualcosa che si avvicina alla musica, la trasposizione di parole inesistenti, ma capaci di far riassaporare quel divertimento bambino che di colpo esplode in una risata fragorosa e inarrestabile, che sa così tanto di ridarella in classe.

Una simbologia quasi fiabesca - il Gigante, la Bambina, la Regina - una trama che a noi adulti di oggi richiama la regia di Nolan - far venire idee dentro i sogni per modificare la realtà ... Inception, sei tu? - e la cifra stilistica di Dahl scrittore per bambini, che ci ha fatto il grande favore di liberarli dalla condizione di sudditanza in cui l’adulto vorrebbe relegare le persone piccole, più o meno consapevolmente.

Ah, e comunque: se abbiamo voglia di sentirci sgridare da Dahl in modo più esplicito, per gli adulti gretti e sudditi di noi stessi che siamo diventati, non ci resta che leggere i racconti di Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra.

Quando Dahl scrive per adulti, è sempre Dahl. Ma per adulti.

E quando di pari passo con la magia va anche l’avventura? Eccoci sull’Isola del tempo perso, grazie a Silvana Gandolfi: un’isola dove si arriva solo perdendosi? Dove per guadagnare tempo … bisogna perderne? Dove il tempo è il tempo del gioco, scandito solo da un vulcano, dove non c’è mai buio pesto, dove anche chi sembra perduto per sempre, pur essendolo, non lo è? Se è vero che l’isola rappresenta la sicurezza per i bambini - è quel grande Terra in Vista!, è delimitata, circoscritta, è approdo dell’immaginazione - è vero anche che il nostro barattolo di vetro delle letture ci consegna isole che portano tanto altro, oltre la sicurezza. Basti pensare, senza scomodare anche questa volta Ulisse, a Peter Pan, a Stevenson, ma anche a Morpurgo, a Verne, e ancora a Sendak e Golding, e perché no, al Conte di Montecristo, Robinson Crusoe e a Miss Price stessa, che approda con i bambini sull’isola di Veepee, dove trovano nientemeno che i cannibali. Che l’isola, proprio perché è un’isola, riesca meglio ad isolare qualcosa?

Questo libro di Silvana Gandolfi, ha quasi trent’anni, eppure. Eppure. Che dite, ci vediamo lì?

Un mondo sottomarino che è un doppio del nostro mondo, una nonna sirena che racconta le fiabe con gli umani, una Sirenetta che perde la voce e che si trova a essere accanto al suo amato, mentre lui sceglie “l’altra”, un patto con una strega - cosa dicevamo, prima, che la magia ha delle regole? - che ci ricorda che il male, quello vero, dal patto col Diavolo in avanti, richiede lo scambio, il mercanteggio. Uno scambio che mette in crisi la nostra Sirenetta, fino alla fine, quando lei riesce a emanare l’Amore vero, incondizionato - che è tutto il contrario del mercanteggio! - e contrasta l’amore a luce fredda, che è solo amor di sé. Donna-pesce, pesce e donna, sopra e sotto, sotto e sopra, bene e male, male e bene, amore incondizionato e amor di sé, umana per metà, fantastica per l’altra. Non aggiungiamo altro, ma lasciamo la parola ad Anna Castagnoli e vi consigliamo la lettura di questo articolo.

Quando tra le nostre letture è arrivato Peter Fortune, sulle spalle portava un’eredità importante, e lui ha saputo reggere alla grande. L’inventore di sogni è un libro perfettamente crossover - chi legge se ne rende conto, ma la conferma ce la dà Einaudi che lo colloca alla grandissima sia nella collana per ragazzi, sia in quella per adulti - che in poche, ma densissime pagine (consigliamo di non lasciarsi ingannare dalla piccola mole!) ci dà l’opportunità di uscire dai noi stessi, proprio come fa Peter grazie alla sua immaginazione, scoprendo, o riscoprendo, cosa vuol dire diventare grandi.

E se siamo già grandi, cosa vuol dire non esserlo. Un libro che mette tutti sullo stesso piano: bambini, adulti, adolescenti, neonati.

Un po' una macchina del tempo: e nasce spontaneo il collegamento con i piani temporali di Pomi d'ottone, il Tempo perso dell'Isola, l'immortalità della Sirenetta.

McEwan ci dà la possibilità di osservare la vita, la morte, l’anima, il disagio sociale; ci parla di rinnegare i nostri genitori, di trovare la nostra strada, di sogni infranti, di grandi soddisfazioni. E lo fa come solo lui sa fare: senza parlarne mai. Forse è davvero questo il compimento del fantastico, forse senza volerlo abbiamo messo alla fine delle nostre letture il libro che, parlando di immaginazione e fantasia, ha fatto una magia, consegnando tra le sue pagine tutto il mondo, quello dentro e quello fuori di te. Abracadabra.


Del resto, “tutti conoscono qualcuno come Miss Price”.

Tutti conoscono qualcuno che può portare il fantastico nel quotidiano.

E se non conosci qualcuno come Miss Price, forse Miss Price sei tu?

articolo a cura di Silvia Bernardi e Silvia Fornasari, lettrici di Vento da Est