“Quando la tigre apre l’occhio azzurro sta dalla parte di quelli che cantano, e quando apre l’occhio nero sta dalla parte degli orchi”. Leggenda Ellenica
Con La tigre in vetrina inaugura la stagione dedicata alla lettura dei classici. Da settembre 2025 fino a gennaio 2026 Vento da Est propone la lettura di classici per ragazzi, che hanno come filo conduttore le protagoniste femminili: ma l' essere bambine e ragazze nulla toglierà all’ecosistema di interessanti personaggi che gravitano attorno a loro e soprattutto insieme a loro.
È questo il caso di Melia, voce narrante del romanzo della pluripremiata autrice Alki Zei, tradotta in oltre venti lingue, e di sua sorella Myrto: la prima ancora bambina, al di qua della soglia, e la seconda proprio sulla soglia, con un piede ancora fuori e il naso che già sente il profumo dell’adolescenza. Impareremo a conoscerle tra le pagine di La tigre in vetrina, a osservare il loro rapporto, e a come sono CO-MO (Contente-Molto) o TRI-MO (Tristi-Molto), a indagare lo sguardo pieno d'amore che Melia ha per la sorella maggiore, nonstante spesso la più saggia sia lei, la piccola.
La Storia e le storie
Siamo in Grecia, alla vigilia del 4 agosto 1936, il giorno in cui viene proclamata la dittatura: fin dalle prime pagine, e grazie alla presenza di una costellazione di adulti intorno alle due sorelle, Alki Zei contestualizza fatti e posizioni politiche senza nessun accenno di spiegone didascalico, ma mostrandoci “semplicemente” gli effetti che la Storia ha sui personaggi. Genitori assenti assorbiti dal lavoro, un nonno lettore di antichi e gran raccontastorie, una bizzarra zia monarchica, un amatissimo cugino attivo in politica che difende la Democrazia, la cameriera fuggita dalla Turchia, e personaggi con ruoli istituzionali nella comunità: questo l’entourage di adulti attorno a Melia e Myrto, che si possono dividere tra quelli che “raccontano storie” (il nonno, il cugino Nikos, la cameriera Stamatina) e quelli che non hanno tempo per farlo, o non lo hanno mai avuto. Le storie sono il grande canale di contatto tra gli adulti e i bambini, e sono proprio ciò che - in una delle scene più forti del libro - vedremo bruciare dopo il 4 agosto.
E poi c’è la Tigre, che dalla sua vetrina non solo osserva con i suoi occhi, uno azzurro e uno nero, ma interagisce: custode silenziosa e attiva, portatrice di una grande Storia, catalizzatrice della curiosità della bambine come solo certi oggetti della nostra infanzia sanno essere.
L’occhio azzurro e l’occhio nero
La Storia arriva nelle storie di Melia e Myrto, arriva e sarà divisiva, misteriosa, dolorosa.
“CO-MO o TRI-MO?”
In questo romanzo non c’è mai una condanna con il dito puntato, non c’è sentore né di odio né di rabbia, nemmeno nascosti tra le righe, dove spesso si annida il famoso - e dannoso - messaggio che si vuole invece “impartire” ai bambini. C’è invece una prosa lucente al servizio del vero intento dell’autrice, ovvero raccontare la gioia della propria infanzia, attraverso la storia delle sorelle e del gruppo di amici che, ogni estate, le aspetta sull’ idilliaca isola di Lamagari.
Nel Ted Talk del 2016 ORIGINS IN MY LIFE AND IN MY WORK, Alki Zei dichiara di aver scritto La tigre in vetrina proprio per raccontare ai suoi figli, che in Grecia non avevano ancora messo piede, la gioia della sua infanzia nell’isola di Samos.
Un’infanzia felice permea ogni parola di chi sceglie di scrivere per bambini: in questo caso Alki Zei ci racconta la luce e lo sguardo dell’occhio azzurro della Tigre, senza dimenticare mai che c’è anche quello nero, e che anche quello si può aprire. Anzi: e che anche l’occhio nero, a un certo punto, si aprirà.
Come possiamo ascoltare anche nel suo intervento al Ted Talk, la luce negli occhi e lo spirito arguto e gioioso di Alki Zei non sono scomparsi (è morta nel 2020), e convivono con il dolore e dell’impatto che la guerra e la dittatura hanno avuto su di lei. Ma non per questo Alki ha permesso che inasprissero il tono dei suoi libri - di questo come degli altri - né l’amore per la sua Infanzia, per la sua Terra e per i compagni di quegli anni meravigliosi.
“Yet before long, came the infamous December 1944, which I wish that never existed neither in history, nor in my life. That’s when I knew what a civil war was, and what it means to be divided in two. I couldn’t comprehend why a good friend, my desk mate from school actually, when we travelled to Volos on foot and I knocked on her door, she looked at me as if she was confronting her worst enemy. And then I thought to myself, It’s impossible to stop loving a person, when we used to be so close to each other”.
(minuto 12 del Ted Talk)
